TOGLIATTI E RONCALLI

Recensione del vaticanista Giacomo Galeazzi del libro “Palmiro Togliatti e Papa Giovanni. 50 anni dopo” di Riccardo Terzi e Francesco Mores

Nel libro Palmiro Togliatti e Papa Giovanni- Cinquant’anni dopo (Ediesse), a cura di Francesco Mores e Riccardo Terzi, troviamo il discorso Il destino dell’uomo tenuto a Bergamo nel marzo 1963 e l’enciclica Pacem in terris. A cinquant’anni dalla morte di Palmiro Togliatti, avvenuta il 21 agosto del 1964, tornano in libreria pubblicazioni che restano un punto di riferimento imprescindibile, novità assolute, lettere inedite, discorsi, che contribuiscono a tracciare un bilancio sulla figura e sull’eredità del leader comunista. Per capire più a fondo il pensiero di uno tra i fondatori e segretario del Partito Comunista Italiano, fino alla morte, è in libreria l’ampia scelta di lettere, molte inedite, raccolte da Einaudi nell’epistolario 1944-1964 La guerra di posizione in Italia, a cura di Gianluca Fiocco e Maria Luisa Righi, con prefazione di Giuseppe Vacca, anche in ebook. Le lettere «sono per due terzi inedite, poche quelle parzialmente edite e le restanti, già pubblicate anche più volte, non sono mai state raccolte in volume» spiega Vacca. Ogni missiva è corredata da note brevi e accompagnata da un’introduzione che la inquadra storicamente. Si costruisce così il racconto di un ventennio di vita italiana fra cronaca e storia, dalla svolta di Salerno alla questione di Trieste, alla costituzionalizzazione dei Patti Lateranensi, al caso Vittorini e alla rivolta di Budapest, attraverso 132 scambi epistolari tratti dagli archivi della Fondazione Istituto Gramsci. Solo alcune lettere non sono di proprietà della Fondazione e sono state incluse in via eccezionale per il loro particolare significato. Il 20 gennaio del 1945 Togliatti scrive a De Gasperi per accelerare l’apertura del voto alle donne: «è mia convinzione che debba essere concesso già per le prossime elezioni amministrative» dice. Tra le missive indirizzate al leader comunista anche quelle di artisti e intellettuali come Mario Mafai che scrive polemicamente, il 20 febbraio 1945: «Nel periodo clandestino pensavo che il partito tenesse a raccogliere tutti quegli intellettuali che dimostrassero uno spirito vivo e nuovo..». Feltrinelli ripubblica invece «Togliatti», la biografia che Giorgio Bocca scrisse nel 1973 esponendosi a critiche e ad attacchi di ogni tipo, lui che non era uno storico e neppure comunista. Il risultato è un «libro che fece epoca» come scrive Luciano Canfora nella prefazione e che rimane il racconto più appassionante e completo della vita di Togliatti e dei suoi incredibili funerali. Un milione di persone arrivarono da tutta Italia, comunisti e non comunisti. «Ma l’uomo che è morto – chiedeva Bocca – non è colui che ha sempre ritenuto la politica cosa troppo importante per lasciarla fare alla gente semplice? Che cos’è che gli italiani piangono in quell’uomo?». Tra gli altri titoli da segnalare, Il rinnovamento democratico del Paese di Palmiro Togliatti, a cura di Aldo Agosti, pubblicato da Castelvecchi, in cui si trovano l’intervento dell’11 aprile 1944 di fronte ai quadri del partito napoletano, il discorso al Teatro Brancaccio di Roma, il 9 luglio del 1944, in cui Togliatti sottolineava l’urgenza assoluta di unire tutte le forze antifasciste, e quello tenuto a Torino, il 13 giugno 1960, presentato in una nuova e più fedele trascrizione, sulle ragioni e la validità della svolta.



Numero progressivo: L12
Busta: 9
Estremi cronologici: 2014, 16 agosto
Autore: Giacomo Galeazzi
Descrizione fisica: Stampa di pagina web
Tipo: Recensioni
Serie: Cultura -
Pubblicazione:La Stampa online