NON BASTA L’ISTINTO AD ORIENTARE I GIOVANI

di Riccardo Terzi

In questi ultimi anni è cresciuta una nuova generazione, che si distingue per la sua combattività, che si è già sperimentata nel vivo delle battaglie sindacali e politiche: è questa una generazione diversa da quelle che l’hanno preceduta perché appare assai più consapevole di se stessa, delle possibilità che le si aprono nella lotta per una società nuova.

Questa spinta a sinistra, che così visibilmente si è manifestata nelle recenti elezioni politiche, è il risultato di un processo politico complesso, nel quale gioca un’importanza centrale la crisi dell’imperialismo, che affida ormai la propria sussistenza soltanto alla forza delle armi e al terrore. Mentre crollano i miti della civiltà americana e del mondo libero, si rivelano anche del tutto inconsistenti e demagogiche le posizioni politiche della socialdemocrazia, che è del tutto incapace di agire nell’ambito del sistema capitalistico come un fattore di progresso e di rinnovamento.

Di fronte al massacro imperialista nel Vietnam, all’eventualità ancora aperta di un conflitto mondiale condotto con i metodi più raffinati e terribili della scienza moderna, di fronte alla contraddizione acuta di un sistema moderno e progredito nelle sue capacità tecniche e produttive, ma estremamente arretrato nei suoi rapporti umani e nelle condizioni di vita delle grandi masse, di fronte a tutto questo la nuova generazione ha abbracciato spontaneamente l’idea rivoluzionaria, si è gettata con grande passione nel dibattito che è aperto nelle file del movimento operaio, e questa tendenza di fondo a rompere con l’ideologia borghese è presente anche in larghi strati della gioventù intellettuale, borghese nelle sue origini di classe ma non più borghese nelle sue aspirazioni ideali. Si apre così, di fronte al partito operaio, una grande occasione per formare una nuova leva di militanti e per accelerare il processo di rinnovamento interno, la cui esigenza da molto tempo è avvertita, senza che sia stato finora possibile fare in questa direzione dei passi consistenti.

Non si tratta però di un problema semplice, come potrebbe apparire, non basta lanciare un appello alla gioventù, ma bisogna, di fronte al grande fermento di idee che anima i giovani dell’attuale generazione, definire nuovamente, con grande chiarezza e rigore, la nostra strategia, rispondere agli interrogativi nuovi che sorgono, bisogna cioè che il partito svolga un grande lavoro nell’orientamento politico e nell’elaborazione.

Perché, è utile ripeterlo, non si diviene rivoluzionari solo per istinto, ma è necessario sottomettersi alla difficile disciplina dell’analisi scientifica dei fatti politici ed economici, la quale soltanto ci può indicare quale sia, nel momento dato, la giusta linea d’azione, il modo di essere realmente rivoluzionari.

Per ottenere questo risultato, per far sì che le grandi energie giovanili che si sono messe in movimento non vadano disperse, il partito deve compiere degli atti di coraggio, affrontando tempestivamente il problema del rinnovamento, ed affrontandolo in modo da non concedere nessuno spazio ai tentativi di disgregazione, che pure sono presenti e che vanno combattuti con la massima energia. Dobbiamo rinnovare il partito perché si rafforzi, non perché ne esca indebolito, perché la sua politica penetri più a fondo nella società italiana, non perché venga messa in crisi o sottoposta a frettolose ed errate revisioni.

La spinta a sinistra della nuova generazione è qualcosa di reale, non è uno stato d’animo passeggero. E, nella misura in cui essa, è una spinta reale, saprà liberarsi delle sue componenti velleitarie ed anarchiche, saprà, nel corso dell’esperienza, correggersi e rafforzarsi.

I giovani hanno bisogno del partito, hanno bisogno di scoprire la via della lotta politica, hanno bisogno del partito perché solo in esso potranno esprimere pienamente la loro carica combattiva e la loro avversione per il sistema dello sfruttamento. Noi dunque dobbiamo lavorare perché il partito si rafforzi con il contributo dei giovani e con il loro slancio, e perché la ribellione dei giovani si tempri nella milizie di partito, nel lavoro disciplinato e organizzato.



Numero progressivo: G96
Busta: 7
Estremi cronologici: 1968, 26 luglio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 26 luglio 1968