IL MASSACRO DI SONG MY NON È UN EPISODIO ISOLATO

di Riccardo Terzi

«Il governo degli Stati Uniti ha commesso crimini di guerra, crimini contro la pace e contro l’umanità. Nel Vietnam del Sud, mezzo milione di soldati americani e di Paesi loro satelliti è ricorso alle armi più disumane ed ai metodi di guerra più barbari quali il napalm, i prodotti chimici ed i gas tossici, per massacrare i nostri compatrioti, per distruggere i raccolti e radere al suolo i villaggi.»

Così si è espresso il compagno Ho Ci Min in una lettera al Presidente Johnson, nella quale con grande forza ed incisività si ergono le ragioni del popolo vietnamita e della sua lotta.

Le recenti rivelazioni sulla distruzione del villaggio di Song My e sul massacro di tutti i suoi abitanti sono una vera, terribile conferma di quanto noi andiamo da molto tempo denunciando all’opinione pubblica.

Ma in quindici anni di guerra d’aggressione, la tragedia di Song My non è un episodio isolato, non è un’eccezione, è invece soltanto un anello della lunga catena di delitti di cui si è macchiato l’esercito americano. Occorre però andare al fondo della questione.

Gli americani si sono macchiati delle peggiori infamie perché ciò è nella logica di quel particolare tipo di guerra che stanno conducendo nel Vietnam: una guerra contro un popolo intero, contro la sua volontà di liberazione e di indipendenza. Di fronte all’esercito americano sta tutto il popolo del Vietnam, deciso a resistere con tutte le proprie forze, ed è per questo che la guerra americana tende a diventare una guerra di sterminio.

I «criminali di guerra» sono dunque da cercarsi nella classe dirigente americana, che è responsabile di aver perseguito su scala internazionale una politica reazionaria, appoggiando i regimi di natura fascista ed usando ogni mezzo nella lotta contro le forze democratiche.

Il dramma del Vietnam è il prodotto di questa politica, che ancora oggi il governo americano non si decide ad abbandonare. Ed è questa politica reazionaria la causa profonda di tutti i crimini e di tutte le violenze esercitate contro il popolo vietnamita.

Per questo, non può bastare la denuncia morale, e non si può isolare un singolo atto di guerra dal contesto politico generale che l’ha reso possibile.

È l’intero sistema mondiale dell’imperialismo che va posto sotto accusa, e non ci può essere soluzione pacifica del conflitto vietnamita che non sia quella della rinuncia ai propositi di dominazione imperialistica.

Gli americani devono lasciare il Vietnam, devono porre fine alla guerra d’aggressione. È questa l’unica soluzione possibile.

Facciamo sì che tutte le forze democratiche si uniscano in un fronte comune contro l’imperialismo, per la difesa della pace e dell’indipendenza del Vietnam.



Numero progressivo: G65
Busta: 7
Estremi cronologici: 1969, 13 dicembre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 13 dicembre 1969